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Area genitale | Pene | Dismorfofobia peniena





In un'epoca come quella in cui viviamo, le problematiche di natura psicologica legatie alla sessualità nell'uomo, sono vissuti in maniera più accentuata rispetto al passato, talvolta esasperate in rapporto alla vera natura del problema. All'interno di questa sfera, i presunti "difetti" del nostro corpo rivestono una grande importanza, accentuati dalla grande pubblicità che hanno avuto le tecniche di chirurgia estetica nella donna. Ribadendo che l'accettazione del proprio corpo è alla base della nostra tranquillità psicologica, esistono tuttavia delle situazioni, reali o presunte, che determinano grosse difficoltà nell'accettazione di sé. Un esempio al riguardo è dato dalla consapevolezza di qualcuno di non essere all'altezza per quanto riguarda le dimensioni dell'organo genitale maschile. Un soggetto di questo tipo, quali che siano le reali dimensioni del pene, è convinto di non essere in grado di soddisfare la partner, attuale o futura, e inevitabilmente pensa ai paragoni che lei potrebbe fare con precedenti esperienze.

Questo inevitabilmente condiziona la propria sessualità, che a sua volta influenza altri campi della propria personalità e del vivere civile. Ha poco senso, a questo punto, dare una serie di sterili numeri per indicare il presunto concetto di "lunghezza nella norma" del pene. Quali che siano le reali dimensioni dell'individuo, l'idea che questi si è costituito di "normalità" non coincide con la sua attuale condizione, e certamente non verrà soddisfatto dalla assicurazione di una statistica basata su di un campione di popolazione. Quali che siano quindi le reali necessità, il soggetto ha bisogno di un aiuto; in primis di un supporto psico-sessuologico adeguato, ma, quando questo non si rivela sufficiente, di un atto definitivo che lo "liberi" dal suo angosciante problema. In questo caso ci viene in aiuto la chirurgia dei genitali esterni maschili tramite interventi di "allungamento" dell'asta. Il procedimento più usato consiste nell'eseguire una sezione del legamento sospensore del pene con plastica cutanea V-Y, ed eventuale liposcultura ultrasonica sovrapubica. Tale intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (spinale, quindi con paziente sveglio anche se anestetizzato dal bacino sino alle estremità inferiori) ed in regime di day-hospital (intervento in mattinata e dimissione nel pomeriggio). La sezione del ligamento sospensore, situato in profondità alla base del pene, permette di esteriorizzare una certa parte di struttura del pene normalmente non visibile, per una lunghezza che varia a seconda dello spessore del ligamento stesso. Purtroppo, non è determinabile a priori il guadagno ottenuto in termini di centimetri, in quando non ci è possibile sapere prima dell'intervento la consistenza del ligamento sospensore stesso (neanche con l'ausilio di metodiche ecografiche). Ad ogni modo, la nostra casistica, in accordo con la letteratura internazionale, riporta un guadagno medio che varia tra i 2 e i 3 cm., visibile sia a riposo che in erezione. La sezione di tale legamento comporta anche, come effetto "collaterale", un orientamento del pene in erezione più orizzontale rispetto alla situazione preoperatoria, senza peraltro che questo comporti alcuna variazione nella qualità del rapporto sessuale come nella minzione.

La plastica cutanea a "V-Y"
La plastica cutanea a "V-Y" permette di allungare la cute del pene (che altrimenti risulterebbe "corta"), evitando innesti di cute prelevata da altri distretti. La localizzazione della sutura e il tipo dei materiali usati rendono, al termine del fisiologico periodo di riparazione, praticamente invisibili i segni dell'intervento. Nei soggetti che presentano un pannicolo adiposo sovrapubico di una certa consistenza, può essere associata la liposcultura di tale regione. Le cannule usate sono estremamente sottili e non lasciano cicatrici visibili, mentre il risultato è da subito evidente, in particolar modo in soggetti più "in carne". Naturalmente, la tecnica operatoria sarà personalizzata a seconda delle esigenze e della situazione anatomica del richiedente, sottolineando che, quale che sia la metodica attuata, non viene in alcun modo alterata la qualità dell'erezione per cui, se un soggetto aveva buone performance sessuali, continuerà ad averle e viceversa chi soffriva di deficit erettile, non troverà giovamento, per questo aspetto, dall'approccio chirurgico sopra descritto.

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