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Approfondimenti | Priligy: il primo farmaco per l'eiaculazione precoce





La dapoxetina, molecola la cui assunzione permette di ritardare l’eiaculazione, sarà disponibile in commercio entro i primi giorni di luglio 2014. La pubblicazione del farmaco sulla gazzetta ufficiale è già avvenuta, e il suo nome commerciale sarà “PRILIGY”. Priligy sarà distribuito in forma di compresse alla dose rispettivamente di 30 e 60 mg.

Molta è l’attesa nei confronti di questo farmaco, perché molto diffuso è il problema. Si calcola infatti che soffra di una qualche forma di eiaculazione precoce più del 30% della popolazione maschile in età sessualmente attiva. Data la grande diffusione del problema, ben si capisce l’alto livello di attesa e le molte aspettative che con questo farmaco si suppone di soddisfare. Ma è veramente così? Si tratta veramente del rimedio definitivo verso questo angosciante problema? Sarà adatto a tutti i casi? E soprattutto, sarà adatto al mio? Queste e molte altre domande frullano oramai da qualche anno nella testa di quasi ogni “eiaculatore precoce”. Molto si è parlato di questo farmaco e degli altri rimedi, e spesso purtroppo a sproposito. Ma prima di rispondere a queste domande, vediamo brevemente di inquadrare correttamente il problema:

L’eiaculazione precoce viene oggi considerata come l’incapacità del soggetto di controllare volontariamente il proprio riflesso eiaculatorio. Durata o numero di spinte sono considerati parametri meno importanti, ma servono comunque a valutare la gravità del quadro.

E' estremamente difficile, se non impossibile, stabilire quando un rapporto sessuale debba considerarsi troppo breve, perché gli standards di riferimento possono variare a seconda di molti fattori, anche individuali.

Forme occasionali di eiaculazione precoce sono molto diffuse, specialmente nei primi rapporti, e tendono a risolversi spontaneamente nel breve periodo. Non costituiscono un problema e non necessitano di terapia

Quando il problema si ripete troppo a lungo, e comincia ad incrinare l’armonia sessuale e non della coppia, è arrivato il momento di intervenire. Più si attende, più il problema si radica nella psiche, e risulterà ancor più difficile risolverlo.

Si distinguono cause primarie e cause secondarie. Le primarie sono presenti sin dai primi rapporti, mentre le secondarie sono acquisite in un determinato momento della vita.

Le forme primarie sono sempre congenite, presenti cioè sin dalla nascita (anche se, evidentemente, il problema si renderà evidente solo nei rapporti sessuali). Alcuni studiosi sostengono che la causa sia da ricercarsi in una variazione genetica, ma evidenze di ciò si sono avute, per il momento, solo in animali da esperimento. In moltissimi casi è evidenziabile una condizione di “ipersensibilità del glande” che, determinando una maggiore stimolazione, accelera il processo dell’eiaculazione. Quest’ultima si rende evidente soprattutto durante i rapporti penetrativi

Le forme secondarie possono essere legate ad una patologia concomitante (prostatiti, flogosi balano-prepuziali, frenulo corto, fimosi e/o parafimosi, malattie neurologiche o degenerative, ecc…), oppure ad un intenso coinvolgimento emotivo (ansia da prestazione, vissuto sessuale traumatico, sensi di colpa, di inadeguatezza, depressione, ecc…)

In ogni caso, quale che sia la causa di base, una forte componente psicologica vi si somma inevitabilmente, legata al senso di inadeguatezza e all’ansia nei confronti della prestazione da affrontare, vissuta più come un autoesame che come fonte di piacere

Due sono i mediatori chimici coinvolti nel processo dell’eiaculazione: la serotonina, che lo ritarda, e la dopamina, che al contrario accelera le contrazioni orgasmiche.

Le terapie attuali, di tipo farmacologico, sono tutte sintomatiche (curano cioè il sintomo ma non la causa), e quindi funzionano solo fino a quando vengono assunte. Tra queste, le più effiacaci sono a base dei cosiddetti SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitor – inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), farmaci che amplificano la disponibilità della serotonina (che, come detto, ritarda lo stimolo eiaculatorio)

Altre terapie sintomatiche sono costituite da sostanze per uso topico (cioè da spalmare sulla parte interessata), ad esempio pomate o spray ritardanti (a base di anestetici locali). Inoltre, si possono praticare specifici esercizi per migliorare il controllo dei muscoli della regione del perineo (la cui contrazione favorisce l’espulsione del liquido seminale)

Nel caso di ipersensibilità del glande, peraltro statisticamente molto frequente, una soluzione spesso efficace e soprattutto l’unica definitiva (contrariamente alle altre sopra, solo sintomatiche) è costituita dalla circoncisione con neurotomia glandulare. Infatti, con questo semplice e veloce intervento chirurgico, si riduce permanentemente la sensibilità del glande, aumentando significativamente i tempi dell’atto sessuale

L’ipersensibilità del glande si evidenzia facilmente utilizzando una pomata anestetica, da applicare sul glande stesso pochi minuti prima del rapporto. Se con questa i tempi si allungheranno in modo significativo vorrà dire che siamo in presenza di una maggiore sensibilità. Altrimenti, se non si avranno evidenti variazioni nei tempi del rapporto, la causa andrà cercata altrove.

La dapoxetina agisce a livello cerebrale, inibendo selettivamente il trasporto della serotonina, aumentando così i livelli di questo mediatore chimico, noto per la sua azione ritardante. Il meccanismo è quindi lo stesso dei farmaci sopra menzionati (SSRI), ma la particolarità sta nel fatto che il tempo di azione è nettamente più breve, così come quello di smaltimento. Infatti, la dapoxetina, alla dose di 30-60 mg., si dimostra efficace già solo un’ora dopo l’assunzione (gli altri farmaci hanno bisogno di alcune settimane), e la sua durata è limitata ad un paio di ore (contro le almeno 24 h. degli altri SSRI). Ne consegue che l’utilizzo di questo farmaco sarà soprattutto “al bisogno”, e che il suo effetto cesserà entro breve tempo, riducendo così al minimo gli spiacevoli effetti collaterali (nausea, vomito, diarrea, irritabilità) che spesso sono presenti nell’uso prolungato degli altri farmaci.

Sarà utile nel mio caso? Dipende…
Dipende anzitutto dalla causa. Escluse le forma secondarie, che si risolveranno trattando efficacemente la patologia scatenante il problema, si dovranno valutare molti aspetti legati al coinvolgimento emotivo e alla presenza di eccessiva sensibilità locale.

Se infatti la causa fosse legata all’ipersensibilità del glande, l’utilizzo di questo farmaco non porterebbe a significativi miglioramenti

Se si vive un consolidato rapporto di coppia, e si desidera risolvere una volta per tutte il problema, non si potrà pensare certo di prendere una pillola prima di ogni rapporto della nostra vita.

Appare comunque corretto cercare una soluzione definitiva, piuttosto che utilizzare rimedi temporanei, che non fanno altro che posporre il problema.

Occorre evitare assolutamente l’automedicazione, per le possibili controindicazioni e/o effetti collaterali; perché non si sa qual è la vera causa del problema, e perché si potrebbe entrare in un meccanismo psicologico di dipendenza prima e assuefazione poi.

Il suo utilizzo corretto, dopo adeguata visita specialistica, dovrebbe essere quello in cui un uomo affronta per la prima volta un rapporto coinvolgente, in cui la paura di manifestare inadeguatezze potrebbe realmente portarlo a sviluppare insicurezze e quindi alterare il suo controllo sul riflesso eiaculatorio.

Casi quindi di assunzione occasionale, legata al superamento dell’ansia da prestazione e dell’imbarazzo tipico dei primi rapporti. Una volta raggiunta una adeguata intimità di coppia, bisognerebbe fare ogni sforzo per cessare l’assunzione di qualsiasi farmaco che interferisca con la spontaneità del rapporto. Se tuttavia il sintomo continuasse a manifestarsi, l’andrologo ha altre armi, più adatte a risolvere una volta per tutte questo fastidioso e spesso invalidante problema.

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