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Approfondimenti | L'impotenza in letteratura





«Tutte le disgrazie degli uomini vengono da una sola cosa, che consiste nel non essere capaci di restare tranquilli in una camera.». (Blaise Pascal, Discorso sulle passioni d’amore).

Cosa sappiamo veramente di un uomo che soffre di impotenza? Come vive questo tradimento del corpo? Quali sofferenze, quali dolori lo attraversano in questo momento di indecisione, quando l’intimità di una camera sembra improvvisamente immensa, piena zeppa dell’attesa silenziosa di un- o di una- partner? Romain Gary ci dà la sua versione di questo naufragio: “Fui colpito dal blu di quello sguardo vitreo o piuttosto dalla sua fissità: era lo sguardo delle ossessioni profonde, disperate, dove la richiesta di aiuto si confonde con l’indifferenza assoluta verso colui al quale è rivolto, e che non smette mai di suonare la campana a martello anche durante la più banale delle conversazioni. Gli occhi blu pallido di Dooley avevano l’angoscia dei rapporti che fanno di ogni sguardo un tentativo di fuga. Non mi ascoltava. Non mi vedeva. Non ero là. Era solo al mondo. Poteva esplodere tutto: non si rizzava più. Occhi nei quali il panico è un rancore immenso si erano irrigiditi in uno splendore vitreo.”. (Romain Gary, Au-delà de cette limite, votre ticket n'est plus valable).

Televisione e radio sono frequentemente citati come media attraverso i quali gli uomini hanno sentito parlare della disfunzione erettile. Tuttavia, più la popolazione maschile è coinvolta dalla patologia, più i mezzi di informazione si diversificano. Per la ricerca di informazioni gli uomini scelgono prevalentemente di rivolgersi al medico (specialista o generico), dal quale si aspettano moltissimo. Il numero di défaillances sessuali che suggerisce la presenza di disturbi dell’erezione è compresa, nella maggior parte dei casi, tra 2 e 5 episodi.

Ecco quindi, posti dallo scrittore, i rapporti tra l’angoscia e l’impotenza. Tutti coloro che lavorano con le parole, scrittori o giornalisti, conoscono lo stress della pagina bianca, l’angoscia di scrivere. Essa rivela la loro apprensione di fronte alla difficoltà di un compito che si sono liberamente assegnati. È la vertigine del fallimento, ben nota ai professionisti… o ai protagonisti che accettano di rimettere tutto in gioco. “Senza angoscia, non vi sarebbe creazione. E dirò perfino, non ci sarebbe l’uomo.”. (Romain Gary, Pseudo).

Ma la tanto temuta mancanza di erezione contiene un’angoscia devastatrice, quella dell’impotenza assoluta, definitiva, della perdita di identità, dello statuto maschile. “Tu sai bene, signore, che quando lui non funziona più la vita non ha più valore, dicono i Turchi della Bosnia.”. (Sigmund Freud, Il caso Signorelli). Per questi uomini, racconta il padre della psicoanalisi, il piacere sessuale – e si osservi che esso è pudicamente menzionato attraverso un pronome – ha un valore tale che tutta la vita, senza questo valore, non ha più senso.

Parlarne? Certo, ma a chi? Come affrontare la prospettiva della confidenza garantendosi una via di fuga, se necessario? Per esempio, con la schivata o la piroetta linguistica: “Nel 99% dei casi, l’impotenza è causata da una cerniera incastrata.”. (François Cavanna, L'almanach-agenda).

Consultando il medico. Ma come impadronirsi del linguaggio tecnico per esporre un argomento così intimo? Finalmente è giunto il tempo della disfunzione erettile, del guasto meccanico, che in qualche modo sostituiscono la troppo inquietante impotenza. Bisognerà parlarne alla partner? Certo i sessuologi lo consigliano con insistenza. La donna diventa, in questo scambio, una interlocutrice compassionevole o e/o partecipe, che relativizza l’impotenza della relazione fisica: “In quanto donna, Sandra non si sentiva assolutamente coinvolta dalla paura della castrazione. I fallimenti ripetuti di Marco le sembravano un’ossessione da vecchio amante. Certo un tempo le sarebbe piaciuto godere di tanto in tanto, ma ora le bastava sapere che poteva ancora sentire il suo braccio, appoggiarvisi andando a Civitavecchia, passare la mano nei suoi capelli, stringersi a lui sul balcone di Via delle Donne. Dopo tutto, era questo, la vita.”. (Pietro Bugatti, I Cavalli).

Gli uomini con meno di 45 anni collegano i loro problemi erettili alla stanchezza e allo stress, mentre quelli con più di 45 anni (compresi quelli molto interessati dalla patologia) accordano un posto più importante all’invecchiamento e ad alcune patologie quali l’ipertensione, i problemi di prostata o altri disturbi cardiovascolari. La disfunzione erettile è considerata soprattutto come un problema da tenere sotto osservazione, e contro il quale è indispensabile agire al momento giusto. Il 94% degli uomini dichiara che si rivolgerebbe a un medico se i disturbi si ripetessero, e di questi, solo il 3% consulterebbe alla prima défaillance. I fattori che spingono maggiormente a consultare il medico sono l’intervento del partner o il fatto che l’argomento sia affrontato direttamente dal medico, seguiti dalle campagne informative televisive o a mezzo stampa, e dagli articoli medici. In assenza di prescrizione specifica, il 59% degli uomini non adotta alcuna misura particolare, attitudine condivisa con il 94% degli uomini che pur avendo il problema non si rivolgono al medico.

Il suo stesso desiderio, suprema delicatezza, si vede riformulato, rientrato: “La donna in quanto tale non manca di nulla. Ciò che la interessa in primo luogo non è l’invidia del pene, ma il desiderio dell’Altro”. (Jacques Lacan, Le Seminare, Livre X, L’angoisse). Questa comprensione cicatrizzante rischia di diventare velocemente insopportabile, e l’illusione di armonia a-sessuata finisce per dissiparsi, perché in fondo in fondo, l’uomo generico sa che «Si possono fare tutti i prestiti che si vuole per tappare i buchi del desiderio, alla fine c’è sempre qualcuno che vi chiede una libbra di carne”, o ancora: “L’unica cosa di cui sei sicuro, che funziona, che non ti abbandona, è l’erezione. Tutto intorno è angoscia, e questa è l’unica certezza.”. (Romain Gary, La nuit sera calme).

Insomma, la letteratura ci guida verso la rassegnazione e la saggezza che sono l’espressione di una nuova età della vita : « Non si piange mai se non nell’età delle speranze, ma quando non si spera più, si vede tutto con occhi asciutti, e la calma nasce dall’impotenza.”. (Antoine Rivarol, Maximes, pensées et paradoxes). O ancora, come riprenderà una donna, due secoli dopo : «C’è un sollievo al fondo di ogni grande impotenza.». (Marguerite Yourcenar, Alexis o il trattato della lotta vana) e per finire, “La natura ci ha creati con la facoltà di desiderare tutto, e l’impotenza di ottenerlo.”. (Nicolò Machiavelli, Il Principe”. In conclusione, non rinunciamo troppo in fretta al paradiso perduto, ricordando che “Il sesso maschile è ciò che di più lieve vi sia al mondo, basta un semplice pensiero per sollevarlo.”. (S. Antonio, Pensieri).

Fonte: conferenza stampa GlaxoSmithKline

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